18/6/2006 – Paolo Collivadino

18 giugno 2006
E’ la mia prima gara, e, ovviamente, sono abbastanza teso. Purtroppo, per impegni precedentemente presi (devo andare a operare a Vigevano nel pomeriggio), il venerdì riesco a fare solamente un turno di libere, che peraltro e’ praticamente inesistente, a causa delle ripetute bandiere rosse.
Non “sento” la macchina; sembra quasi che i tests eseguiti a marzo non siano nemmeno esistiti. Pazienza, cercherò di migliorare nelle prove ufficiali del sabato mattina.
Accompagnato da Luca, uno dei miei migliori amici, arrivo in autodromo di buon ora, e ritrovo Simone Gatto pronto a dispensarmi utili consigli, sia in merito alla guida, che in termini di assetti. Luca Del Missier si aggrega più tardi all’allegra comitiva.


Con largo anticipo mi preparo con l’idoneo abbigliamento da gara, pensando ripetutamente a quello che devo fare. Si parte per la mezzora di prove ufficiali e, dopo due giri fatti a bassa andatura per scaldare le gomme, trovo un discreto trenino al quale aggregarmi per il gioco delle scie: non l’avessi mai fatto, improvvisamente la temperatura dell’acqua supera abbondantemente i 100 °C, tanto che devo fermarmi almeno 2 volte ai Box.
Decido di rientrare da solo e stacco, senza scie, un discreto 2.21.544 che vale all’incirca la 26° posizione su 34.
Nel pomeriggio non cambia nulla a livello di temperature dell’acqua, che sono sempre troppo alte. Decido di fregarmene altamente (tanto se esplode il motore e’ a noleggio…), giro comunque senza scie e realizzo un soddisfacente (per me, ovviamente) 2.21.154 che mi permetterà di partire 27° (addirittura con alle spalle la Elena Missaglia).
Torno a casa, non prima di aver pregato Nantas ed Isacco di verificare il problema del surriscaldamento, pensando come avrei dovuto affrontare all’indomani la prima partenza in gara della mia vita.
La gara e’ prevista per le 16.30, pertanto e’ assolutamente inutile recarsi troppo anticipatamente in autodromo. Parto da casa verso le 13.30, accompagnato da Alberto (mio suocero, e una delle persone che stimo maggiormente).
Verso le 14.30 mi raggiungono anche mia madre e Pietro, mio fratello, che dopo i saluti di rito, si portano in prima variante, per assistere alla partenza.

Verso le 16.00 inizio a sentire una certa ansia, mista comunque ad una sana adrenalina che non provavo da troppo tempo.
16.20: finalmente si parte, facendo il giro di schieramento. Cerco di scaldare a dovere le gomme, narcisisticamente saluto i miei Fans alla prima variante, ma immediatamente torna la concentrazione su come affrontare le prime fasi di corsa.
Giungo sulla mia posizione in griglia, 30 secondi, 5 secondi … “cazzo” il 26° in griglia parte prima del rosso facendo sobbalzare la macchina in avanti, lo guardo e ovviamente mi distraggo, intanto il semaforo che era rosso si spegne e io non lo vedo.
Capisco che devo partire quando Greselin e Galli in griglia alle mie spalle mi sfilano senza pietà. Non c’e’ dubbio, veramente una buona partenza!
Scarico con rabbia 1°, 2°, 3°, e 4°, arrivando in staccata alla prima variante. Non devo centrare nessuno e spero che nessuno di quelli dietro (pochi peraltro), faccia lo stesso con me. Alla Ascari, in piena bandiera gialla, mi supera Perego, e d’istinto lo segnalo ai commissari con un braccio (vana speranza).
Il giro successivo assisto ad un evento, che la mia indole pacifica e conservativa, nonché in virtù delle innumerevoli fratture operate mi pare veramente assurdo: in uscita dalla prima variante Perego e Faretti, presumo volontariamente, si agganciano finendo violentemente contro il rail sulla sinistra, distruggendo le rispettive auto, tanto che mi viene addirittura il dubbio che possa entrare la safety Car, cosa che invece non avviene.
Piano piano trovo un discreto ritmo raggiungendo un gruppo di avversari con i quali inizio a duellare sempre nel rispetto delle regole e , per quanto mi riguarda con quello spirito di conservazione della specie umana che sento proprio mio.
Non conto le volte che li passo in staccata nei vari punti del circuito, e nemmeno le volte che loro mi ricuperano. Inizio a godere di questa splendida, ma afosissima giornata.

Passano i giri, intravedo dai Box un sempre maggiore incitamento dei ragazzi, devo e voglio fare bene, per me, per loro per tutti quelli che non vedono in me solo il bravo medico e ortopedico (cosi dicono), ma anche la persona che a 38 anni e’ disposta a mettersi in gioco in ambiti completamente diversi.
Manca un giro, Di Modugno e’ davanti di circa 40 metri, dai sorpassi fatti, dal conto approssimativo dei ritiri e dall’incitamento dei Box presumo di essere abbastanza vicino alla zona punti, ma nulla mi e’ stato segnalato in maniera inequivocabile. Esco bene dalla seconda di Lesmo, al Serraglio entro in scia a Di Modugno, ma uscendone non ho abbastanza motore per sopravanzarlo e posizionarmi sul lato destro, quello favorevole alla prossima traiettoria per l’ingresso in Ascari. Pazienza, ormai ho deciso: fammi
vedere di che pasta sei fatto Dott. Paolo Collivadino. Stacco circa a 80 metri, con la coda dell’occhio cerco sulla mia destra la vettura bianca numero 38: non c’e’. Entro di traverso in Ascari con piede tutto giù. La macchina non si scompone ulteriormente… forse ce l’ho fatta.
In parabolica il mio avversario non prova nemmeno ad attaccarmi, cosi finisco laprima gara sotto una bandiera a scacchi (mi era successo in precedenza solo con la Play station). Passo sotto il mio box con il braccio alzato, ma solo per salutarli, lo so benissimo che il primo mi avrà rifilato almeno un minuto.
Quando giungo alla prima variante succede l’imprevisto, vedo in tribuna le persone alle quali voglio bene che , in piedi, mi salutano, mi salutano i commissari di percorso.
Cazzo, sono felice! E qui comincia un irrefrenabile pianto a dirotto che terminerà solo al rientro al parco chiuso. Rientrando ai Box mi informano della mia posizione: 16°, mica male penso per un principiante.
Cari lettori delle cronache del sito del team covir, questa e’ stata la mia prima esperienza. Se vi ho annoiato peggio per voi, mi ascolterete quando vi si romperà un menisco… (scherzo ovviamente).
A risentirci alla prossima gara (02 luglio 2006)
Paolo Collivadino

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