3/7/2006 – Paolo Collivadino

Monza 30 giugno 02 luglio 2006.
E’ la mia seconda esperienza.
Il venerdì, per me é una giornata fantastica. Mi raggiunge il mio caro amico Emanuele per assistere al primo turno. Nonostante gli scazzi di mia moglie Marzia, che mi vuole a casa presto per andare con le amiche al centro benessere, decido di fare entrambi i turni. In più la mia giornata e’ allietata dalla presenza di un angelo biondo con due occhi azzurro e verdi profondi come il mare, in qualità di
rappresentante di uno dei miei sponsor. Peccato che abbia solo 24 anni e che io sia già sposato. Pazienza, é meglio che oggi pensi solo ai motori.
Il primo turno lo reputo soddisfacente, nessuna bandiera rossa, macchina molto più nervosa della gara precedente, ma anche molto più veloce e divertente da guidare.
Realizzo un buon 2.20.800, ossia tre decimi in meno della mia miglior prestazione, e inizio a prendere una discreta confidenza con le scie. Peccato che per il turno successivo si deve aspettare fino alle 17.00.
Alle 17.00 inizia il secondo turno di libere. Ci troviamo presto io e Il Luca Del Missier e facciamo un paio di giri insieme, al secondo dei quali stacco 2.19.700. Al terzo giro, per un mio errore di valutazione sulla posizione di Luca entro troppo forte i parabolica, metto le due ruote sinistre fuori pista, ma riesco a controllare dignitosamente la macchina.
Quando a fine turno l’Alessio Morgese di FotoMorale mi fa vedere la sequenza fotografica, capisco cosa ho rischiato.


Torno verso casa entusiasta delle mie prove, e con una sensazione un po’ strana nel cuore… chissà se domani potrò ripetere tutto quanto?.
Le ufficiali del sabato non sono così efficaci. In mattinata non sento la macchina, é scivolosa, ondeggia parecchio, e non riesco nemmeno ad avvicinare il crono di venerdì. Inizio a diventare un po’ superstizioso: forse perché oggi non c’é l’angelo biondo?. Il secondo turno di ufficiali poi e’ un disastro: al terzo giro rompo il cambio alla Roggia, dopo che c’era già stata qualche avvisaglia con le marce che uscivano.
Mi qualifico 25° su 31.
Domenica: finalmente la gara. Mi accompagnano cari amici e anche mia figlia Giorgia si unisce al gruppo. Mia moglie, ovviamente, é troppo impegnata a casa con le faccende domestiche.
La gara é prevista alle 12.15. Come di consueto, con largo anticipo io e Simone iniziamo la vestizione in anticipo, mentre Luca ritarda al massimo il “sudario”.
Durante il giro di ricognizione penso ripetutamente a due cose:
a) vedi di fare il pirla al semaforo come la volta scorsa.
b) speriamo che il cambio non mi si rompa di nuovo.
C’é un problema al semaforo, dopo essersi spento il rosso, si riaccende per un istante e io vado un po’ in confusione frenando con forza. Però vedo che il male é comune, non venendo sorpassato da nessuno dei piloti dietro. Devo riuscire a passare indenne la prima variante e questo di verifica puntualmente. Anche alla roggia tutto Ok. La fregatura avviene a Lesmo: sono molto veloce, tra la la prima e la seconda di Lesmo passo Taloni e Scaglia, esco come un missile dalla seconda prendendo la scia di un altro pilota (forse Favretti). A questo punto il mio cervello si azzera. Tutti i buoni propositi di una gara di attacco si, ma con criterio vanno a farsi fottere.
Entro come un deficiente alle prime armi (ma in fondo lo sono), all’Ascari, sono troppo veloce cazzo. Perdo il posteriore, vado in testa coda, con il rail esterno che minaccioso si avvicina e, a questo punto penso: bravo, al primo giro veramente una ottima mossa. Spera solo di non schiantarti e magari puoi riprendere. Infatti dopo un 360 completo ingrano la prima e riparto, venendo passato anche dal decano del gruppo Lattuada.
I 4 giri successivi servono a farmi capire che a Monza la noia é in agguato se rimani solo come un cane. Noto comunque che mi sto avvicinando ad un gruppo di piloti che comprende Scaglia, Di Modugno, Taloni, con Favretti che mi recupera dopo essersi girato. Inizia una nuova gara fatta di sorpassi regolari, duelli divertenti fino al penultimo giro, quando esagero con i cordoli alla Roggia, determinando probabilmente una variazione del camber delle ruote, che mi procura una fastidiosa irrequietezza del retrotreno.
E’ l’ultimo giro, sono dietro Di Modugno e Favretti all’uscita della parabolica, prendo una buona scia, ma, per il gioco delle traiettorie mi ritrovo troppo all’interno. In pochi decimi di secondo prendo la decisione: vada come vada devo ritardare al massimo la staccata per entrare davanti alla prima variante. Ritardare al massimo si, però staccare a 80 metri scarsi può diventare pericoloso. Infatti appena butto l’auto dentro a destra, una fantastica oscillazione a pendolo mi manda penosamente in testacoda, tra l’altro proprio davanti ai miei fans.
Riparto in terza, perche’ non trovo la prima incazzato come sono con me stesso, e la macchina adesso é veramente inguidabile, tanto é vero che all’uscita della parabolica anche Taloni mi si affianca, soffiandomi la 22° posizione per 40 millesimi di secondo.
Mi rimane come per la volta precedente la fantastica emozione dei saluti agli amici e ai commissari di percorso che ti ricambiano calorosamente, sembra quasi al limite dell’acclamazione (presuntuoso vero?).
Rientro ai box con una certezza: mai pensare di essere già bravo a guidare alla seconda esperienza. L’altra volta hai fatto 16° anche perché ci sono stati tanti ritiri.
Questa volta hai fatto due cazzate enormi, hai maltrattato la macchina saltando sui cordoli, e lei ti ha unito. E’ come nella vita, tutto va fatto per gradi, con umiltà e dedizione. Lo sai benissimo che il tuo lavoro é quello di curare e operare le persone.
Le corse in auto, sacro fuoco della tua gioventù, adesso devono essere solamente un divertimento, senza rischiare la salute. Ho però una certezza, quella di aver conosciuto in seno al Team persone valide, professionalmente preparate e anche divertenti. In più forse ho trovato un nuovo amico: Simone, che nelle diverse ore passate insieme in questo secondo Week end monzese ho capito quanto sia una persona vera.
Grazie a tutti e forse arrivederci alla prossima esperienza.
Paolo Collivadino

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